La malattia renale cronica o insufficienza renale cronica è una condizione in cui i reni hanno una ridotta funzionalità per almeno tre mesi consecutivamente. Generalmente questa patologia ha un andamento progressivo che porta a un graduale peggioramento della funzionalità renale che e nei casi avanzati alla necessità di dover essere sottoposto alla dialisi o a un trapianto di rene. Contestualmente alla riduzione della funzionalità renale si associano come complicanze l’anemia, l’aumento del potassio e del fosforo nel sangue, la diminuzione del calcio, l’aumento del paratormone, l’acidosi metabolica, l’ipertensione arteriosa.
Tutte le malattie che colpiscono i reni possono portare all’insufficienza renale. Le cause più frequenti sono comunque il diabete mellito e l’ipertensione arteriosa anche perché sono patologie molto frequenti nella popolazione rispetto ad altre forme di malattie renali come le glomerulonefriti.
Valutazione della funzionalità renale:
Esistono diversi parametri laboratoristici per determinare il grado di insufficienza renale. Il più semplice è la creatinina sierica.
Esistono poi delle formule che derivano sempre dalla creatinina ( Cockroft Gault, MDRD Epi) o dalla creatinina e dalla raccolta delle urine delle 24 ore (clearance della creatinina) che permettono di inquadrare la gravità dell’insufficienza renale in uno di questi stadi:
- >90
- tra 60 ml/min e 90 ml/min
- tra 30 e 59 ( a sua volta diviso in 3a se tra 45 e 59 o 3b se tra 30 e 44)
- tra 15 e 29
- < 15 o terapia sostitutiva dialitica.
Terapia
Non esiste una cura specifica per la malattia renale cronica. Le terapia oggi disponibili sono solo in grado di rallentare la progressione del danno ai reni e di controllare le complicanze che abbiamo citato sopra.
Rallentamento della progressione del declino della funzionalità renale: Gli unici mezzi a disposizione sono un controllo efficace della pressione arteriosa che deve stare sotto livelli di 130/80. Quando non controindicati per es per il rischio di aumento del potassio nel sangue vanno prescritti gli ace inibitori o i sartanici che sono i farmaci di prima scelta soprattutto nelle malattie renali caratterizzate dalla perdita di proteine nelle urine. Va inoltre associata una dieta con una ridotta quantità di proteine. Generalmente la dieta nell’insufficienza renale deve limitare l’introito di proteine a 0.7/0.8 gr di proteine per kg di peso corporeo. Spesso per non superare questa soglia è necessario l’uso di prodotti aproteici (in genere sono pane, pasta, snack che vengono distribuiti nelle farmacie presentando un apposito piano terapeutico prescritto dal nefrologo). E’ essenziale rivolgersi a un dietista con esperienza nell’insufficienza renale in quanto sarà in grado di formulare una dieta equilibrata con la giusta quantità di proteine.
Correzioni delle complicanze dell’insufficienza renale:
- anemia: consiste in una riduzione dell’emoglobina e dei globuli rossi. Generalmente è causata dalla ridotta sintesi dell’eritropoientina da parte dei reni, che è l’ormone che serve a stimolare la produzione dei globuli rossi da parte del midollo osseo. Si può controllare mediante la somministrazione di eritropoietina mediante iniezioni sottocutanee o endovenose durante le sedute di emodialisi. Esistono diversi tipi di eritropoietine che vengono scelte in base alla condizione del paziente. E’ importante anche escludere altre cause di anemia ( carenza di ferro o di vitamine B) che possono diminuire l’efficacia dell’eritropoeitina somministrata
- iperpotassiemia: è l’aumento del potassio nel sangue. Generalmente tutto il potassio che viene introdotto con la dieta viene eliminato nelle urine. Questo si verifica meno efficacemente nell’insufficienza renale per cui il potassio può accumularsi nel sangue e può causare dei disturbi del ritmo cardiaco anche pericolosi per la vita. Nei pazienti con insufficienza renale cronica e tendenza all’aumento del potassio è opportuno ridurre o eliminare gli alimenti con molto potassio come la frutta (soprattutto frutta secca, banane, castagne, kiwi, legumi secchi, ketchup, soia, cioccolato, sali dietetici con aggiunte di potassio, succhi di frutta, insaccati. Anche alcuni farmaci possono causare aumento del potassio, per es. i farmaci antiipertensivi della classe dei beta bloccanti, ace inibitori e sartanici. Se con la dieta o la sospensione di questi farmaci il potassio è sempre alto si può ricorrere all’uso di resine come il Sodio Polistirensolfonato che riescono a diminuire il potassio assorbito dall’intestino. Altri farmaci talvolta vengono usati per correggere il potassio, per es i diuretici, il bicarbonato di sodio e in ambito ospedaliero il glucosio con l’insulina.
- iperfosforemia/ipocalcemia e iperparatiroidismo: Nella malattia cronica i reni hanno la tendenza a trattenere fosforo e a perdere calcio. L’accumulo del fosforo è pericoloso perché porta all’aumento della produzione dell’ormone paratiroideo che quando in eccesso causa dei danni ossei noti come osteodistrofia renale.
- acidosi metabolica: consiste nel fatto che gli acidi prodotti dal metabolismo si accumulano perché non vengono eliminati dai reni. Le conseguenze possono essere anche fatali nei casi gravi non trattati. La terapia consiste nella somministrazione di bicarbonato di sodio
- ritenzione di liquidi. Nell’insufficienza renale i reni non sono più in grado di regolare quanta acqua devono eliminare con le urine, pertanto si genera una ritenzione di liquidi con aumento del peso corporeo e gonfiore agli arti inferiori. Se questa situazione non viene corretta si può avere un peggioramento del controllo della pressione arteriosa e nei casi gravi anche l’accumulo di liquidi nei polmoni o uno scompenso cardiaco. La terapia prevede l’uso di diuretici anche ad alto dosaggio e nei casi che non si risolvono anche la dialisi.
- ipertensione arteriosa
- problemi gastroenterologici
note: il dottor Carta effettua visite specialistiche nefrologiche presso l’ospedale Santissima Trinità di Cagliari. Clicca su questo link per prenotare una visita nefrologica.